REGGIO EMILIA – The best is yet to come (Il meglio deve ancora venire) non è solo il nome di celebri canzoni (Frank Sinatra, Scorpions) o di album (Ella Fitzgerald), ma una sorta di mantra da pronunciare quando ci si inizia a distaccare dai primi quattro decenni di vita, quando gli “enta” si convertono in “anta”.
C’è anche chi sostiene che “la vita inizia a 40 anni”, perché è l’età in cui l’essere umano raggiunge la sua piena e consapevole maturità. Ciò che sicuramente è vero è che quando uno sportivo riesce ancora a fare la differenza alla campana degli “anta”, allora significa che ha qualcosa di speciale dentro.
Oggi questo traguardo viene tagliato da Rimantas Kaukenas, che dopo aver mostrato le sue qualità cestistiche in giro per l’Europa, vincendo tutto in Italia, dal 2013 si è accasato a Reggio Emilia. Da allora è iniziata una storia d’amore non solo con i tifosi di Pallacanestro Reggiana, ma tra Rimas e la nostra città. Il sindaco Vecchi, la scorsa estate, gli ha donato il Primo Tricolore, simbolo della reggianità tanto quanto l’erbazzone.
Lo scorso gennaio, dopo aver annunciato il ritiro a luglio, la retromarcia e la chiamata alla società: c’è ancora posto per me? “Continuavo ad andare in palestra ad allenarmi – ci ha confessato nel giorno della sua seconda presentazione in biancorosso – ma non sapevo perché. Mi sono chiesto: ‘Perché lo faccio?’ La risposta è che avevo ancora qualcosa da dare al basket”. Nonostante diverse offerte ricevute, per il campione di Vilnius non ci sono mai stati dubbi: Reggio Emilia.
Non inganni l’età, perché per uno che si allena come fosse nell’esercito lituano, 40 anni sono un dato anagrafico non certo d’impatto sul fisico né tantomeno sulla mente. All’ombra dei ponti di Calatrava, poi, di ultra 40enni che hanno insegnato basket ce ne intendiamo: correva la stagione 1997/1998 e un signore con la casacca numero 4 di nome Mike Mitchell, anni 42, vinse la classifica cannonieri con quasi 25 punti di media. Non saltava più, ma non si poteva stoppare.
“Limits, like fears, are often just an illusion” (I limiti, come le paure, spesso sono soltanto un’illusione): le parole del più grande di tutti, Michael Jordan, sono cucite dal sarto sulla pelle dell’ex capitano. Tanti auguri, Rimas: the best is yet to come.
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