REGGIO EMILIA – Sono ore di attesa per i lavoratori del gruppo Artoni, oltre 2 mila tra dipendenti diretti e indotto. Ieri l’incontro a Roma, al Ministero dello Sviluppo economico, tra i rappresentanti del gruppo guidato da Anna Maria Artoni e quelli dell’azienda di Bolzano Fercam si era chiuso con la richiesta di un’ulteriore proroga di 24 ore. Questa mattina nelle sede reggiana dell’azienda di trasporti si è svolto un consiglio di amministrazione straordinario per valutare il nuovo accordo, che prevederebbe l’affitto di un ramo d’azienda ridotto. Ma ancora bocche cucite sull’esito del Cda. Anche la multinazionale altoatesina fa sapere di non voler rivelare i dettagli della proposta presentata finchè l’operazione non sarà ufficializzata.
I dipendenti della sede reggiana continuano ad andare al lavoro, fino alle 16.30 tutti i giorni. Nonostante la sede sia ormai vuota. Intanto la Artoni Trasporti ha avanzato al ministero per lo Sviluppo economico la richiesta di cassa integrazione straordinaria per tutti i suoi 488 dipendenti. I rappresentanti della Rsa e i sindacati dovrebbero essere riconvocati a ore dal Ministero e soltanto lì saranno informati sul loro futuro.
Nei giorni scorsi la presidente nazionale di CNA-Fita, Cinzia Franchini, aveva anticipato alcuni punti della possibile intesa, che secondo queste indiscrezioni prevede l’acquisizione di soltanto 13 delle 60 filiali, le più piccole, avendo Fercam già ereditato i principali clienti di Artoni. ‘In questo modo chi resta stritolato da questa possibile intesa tra colossi sono i fornitori – denuncia Fanchini – si dimentica l’indotto, 2.500 imprenditori dell’autotrasporto esposti anche per centinaia di migliaia di euro con il gruppo Artoni’.
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